I consigli di scrittura di Rusdie in pillole – 6° – Scrivi di persone insodisfatte

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

6 – Scrivi di persone insoddisfatte

Il conflitto è un elemento importantissimo di qualsiasi storia.

Indipendentemente da quale modello voi stiate seguendo, il conflitto sarà un punto critico da inserire necessariamente nel corso della narrazione. Potrebbe essere un conflitto interiore, oppure una battaglia tra due o più persone. Quando esiste uno scontro si generano emozioni contrastanti, preoccupazione, rabbia, scoramento e via dicendo.

Su questo tema Rushdie sostiene: “Se le persone sono sempre felici, la storia non esiste“.

Credo che sia facile condividere questo pensiero. Facciamo l’esempio di Cenerentola. Che racconto sarebbe se lei fosse felice e contenta, se andasse al ballo insieme alle sorellastre, se la matrigna le volesse bene e se il principe la baciasse durante il ballo al castello?  La favola sarebbe piatta e poco avvincente. Invece quando si inseriscono ostacoli nel percorso come la cattiveria della matrigna e delle sorellastre, lo strappo del vestito della madre, i pianti nella soffitta, la presenza della fata matrigna che l’aiuta ma pone a sua volta un ostacolo temporale, anche una storia per bambini diventa avvincente e accattivante.

Il conflitto e l’insoddisfazione sono centrali in ogni storia, perché il lettore si immedesima e si lega fortemente con il personaggio infelice e soprattutto al suo riscatto.

Pertanto, scrivi di persone insoddisfatte.

Qualsiasi commento, scrivilo nel post.

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I consigli di scrittura di Rusdie in pillole – 5° – Quando hai un’idea, scrivila subito!

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

5 – Quando hai un’idea, scrivila subito!

Ti è mai venuta l’ispirazione per un passo del tuo romanzo mentre sei alla guida? Ti è mai venuta in mente un’idea quando guardi un film?

A me è capitato molte volte. Una volta mentre stavo guidando in autostrada, ascoltavo la radio e il DJ raccontò di un episodio accaduto in Kenia di una veterinaria che aveva tolto uno scarpone dalla bocca di un coccodrillo perché non riusciva più a mangiare. Era il passo che mi mancava per dare creatività alla mia storia. Tuttavia, quando arrivai a destinazione, mi ricordavo la metà dei dettagli che lo speaker aveva descritto. Da allora, quindi ho imparato a fermarmi e a scriverla subito. Anche quando guardo un film e trovo un dialogo interessante, lo interrompo per un attimo e scrivo ciò che mi ha colpito. Solo dopo aver terminato, riprendo la visione. Perché se aspetti troppo tempo o ti distrai con altri argomenti, l’idea svanisce oppure non è altrettanto nitida come appena accaduta.

Anche Rushdie sostiene che gli succeda la stessa cosa. Lui descrive soprattutto le idee e le osservazioni che sorgono al momento del risveglio e suggerisce di stenderle immediatamente quando ti colpiscono.

“Ci sono cose che senti, emozioni che provi… e se non le scrivi in ​​quell’istante, non le ricorderai mai più. Quindi, abituati a trascrivere subito le tue osservazioni“. È la sintesi del contenuto.

Fatemi sapere se capita anche a voi. Un caro saluto.

I consigli di scrittura di Rusdie in pillole – 4° – Distingui tra stile e voce

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

4 – Distingui tra stile e voce

Lo stile è il modo in cui il narratore racconta. La voce è il segno distintivo dell’autore, l’impronta digitale. Lo stile può essere paragonato all’inflessione dialettale, che a volte incide anche nei termini lessicali. In tanti che appartengono alla comunità parlano con quell’inflessione, ma la voce rimane inconfondibile per ognuno di essi.

Rushdie ricalca questo concetto affermando:

“Lo stile è il modo in cui scegli di aderire – o di infrangere – le regole della forma classica. La voce è il tuo tocco come autore. È ciò che rende unica la tua opera. Lo stile dipende dal pezzo, la voce no. La tua voce si mostra in qualsiasi storia tu stia scrivendo.”

Rushdie dichiara che ogni romanzo può avere regole specifiche di scrittura. Se, ad esempio, ambientassimo la nostra opera al 1800, i personaggi dovrebbero utilizzare il “voi” e non il “lei”, dovrebbero usare una terminologia più ricercata, porre molta attenzione ai costumi e alle usanze di quel periodo. Oppure, se tu stessi descrivendo un personaggio rozzo all’interno di un carcere, dovresti utilizzare un linguaggio più grezzo, meno curato, con errori di lessico, con termini codificati, tipici dell’ambiente in cui si muove.

In sintesi, Rushdie dichiara che ogni pezzo di scrittura richiede decisioni stilistiche specifiche.

Invece, la tua voce non ti abbandonerà mai, potrà evolversi, derivare leggermente seguendo le modifiche del tuo carattere o della tua personalità, adeguarsi ai toni difficili che stai vivendo, ma resterà sempre la tua voce e ti seguirà in tutto ciò che scrivi.

Lasciatemi commenti se vi va.

I consigli di scrittura di Rusdie in pillole – 3°

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

3 – Lavora vicino al toro

Rifacendosi a un’idea di Hemingway che diceva che la corrida di oggi è troppo perfetta e il matador resta tanto vicino al toro che sembra quasi necessario disporre di un toro su ordinazione, Rushdie sottolinea come in realtà chi scrive dovrebbe essere come i più grandi matador e restare il più vicino possibile al toro.

Più vicino è il matador all’animale pericoloso, più l’esperienza è indimenticabile per lo stesso professionista e per il pubblico.

Pur considerando la corrida uno spettacolo crudele e non di suo interesse Rushdie ribadisce che l’atteggiamento del matador può essere utile agli scrittori. Se ci avviciniamo al pericolo tanto da renderlo scottante come un fuoco per chi legge, la storia assume un significato indimenticabile come la più pericolosa delle corride.

Per fare un esempio, se stiamo descrivendo una persona nascosta in una casa pronta a colpirci, dovremo descrivere i dettagli di ogni movimento del protagonista nella direzione del potenziale assassino; raccontare le immagini in penombra, gli scricchiolii del pavimento, il rumore del respiro, la sensazione di paura, l’immagine riflessa della cucina sottosopra, il tentativo di fuggire e l’essere rincorsi dal potenziale assassino. Tutti elementi che sappiamo ben descrivere e che dobbiamo farli percepire come se li vivessimo noi stessi in prima persona.

Durante il prossimo articolo tratteremo un altro consiglio: la capacità di distinguere tra stile e voce.

I consigli di scrittura di Rusdie in pillole – 2°

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

  1. Scrivi di argomenti “profondamente necessari”

Il modo migliore di descrivere un argomento è farlo attraverso la nostra esperienza personale. Nora Roberts disse “Se hai vissuto fino a diciannove anni, hai materiale per i tuoi romanzi per tutta la vita.” E lei, ricordiamolo, è una delle scrittrici più prolifiche della storia della letteratura. Scrive per otto ore tutti i giorni. Anche se decidiamo di scrivere romanzi, facciamolo attraverso l’ispirazione che ci deriva dalla nostra esperienza. Lo troveremo stimolante perché viene dal nostro profondo e risuonerà più autentico.

Rushdie ribadisce che siccome ci sono già milioni di libri nel mondo, non serve aggiungerne un altro all’elenco. L’unica ragione perché questo sia apprezzato e riconosciuto è che sia “profondamente necessario” e personale. Questo concetto può essere difficilmente declinabile se non attraverso le emozioni.

Se durante la stesura del nostro romanzo, ci emozioniamo, probabilmente il nostro lettore farà altrettanto. Io ho un paio di romanzi che ho iniziato e mollato a metà perché non mi trasmettevano l’emozione di cui ho bisogno per sentire il libro veramente mio, la storia parte della mia esperienza.

I consigli di scrittura di Rusdie in pillole

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

  1. Impara da te stesso

Il tempo presente, dominato dal vivere superficiale, sembra aver dimenticato l’importanza decisiva di un’autentica e profonda conoscenza di sé. Quando Socrate esortava i propri giovani seguaci a scendere nella propria interiorità, conoscerne i lati oscuri e gli spiragli di luce, esaminare il proprio essere più profondo al fine di raggiungere l’essenza della verità, aveva l’obiettivo di renderli consapevoli e ogni giorno migliori. Come sancito nell’Agamennone di Eschilo dal principio “non c’è conoscenza senza sofferenza”, si comprende come il percorso di approfondimento interiore sia lungo e faticoso.

Ma la scrittura, invece di attenderci al termine del cammino, ci aiuta a percorrerlo, anticipando i nostri passi e guidandoli mediante lo sforzo che ogni scrittore compie per descrivere la propria esperienza attraverso i libri. Quando Rushdie dichiara che il modo migliore per attingere alla tua abilità di scrittura sia acquisire familiarità intima con te stesso e con tutto ciò che risulta importante per te, racconta proprio questo sentiero, racconta dei più grandi talenti nella scrittura che conoscono le proprie motivazioni e le loro più profonde difficoltà ma attingono a quella conoscenza di sé per produrre un’opera che i lettori possano ricordare.

Gran parte dell’abilità dello scrittore deriva dalla tua comprensione di chi sei e di cosa hai bisogno di dire al mondo.“, afferma Rushdie.