I consigli di scrittura di Rusdie in pillole – 6° – Scrivi di persone insodisfatte

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

6 – Scrivi di persone insoddisfatte

Il conflitto è un elemento importantissimo di qualsiasi storia.

Indipendentemente da quale modello voi stiate seguendo, il conflitto sarà un punto critico da inserire necessariamente nel corso della narrazione. Potrebbe essere un conflitto interiore, oppure una battaglia tra due o più persone. Quando esiste uno scontro si generano emozioni contrastanti, preoccupazione, rabbia, scoramento e via dicendo.

Su questo tema Rushdie sostiene: “Se le persone sono sempre felici, la storia non esiste“.

Credo che sia facile condividere questo pensiero. Facciamo l’esempio di Cenerentola. Che racconto sarebbe se lei fosse felice e contenta, se andasse al ballo insieme alle sorellastre, se la matrigna le volesse bene e se il principe la baciasse durante il ballo al castello?  La favola sarebbe piatta e poco avvincente. Invece quando si inseriscono ostacoli nel percorso come la cattiveria della matrigna e delle sorellastre, lo strappo del vestito della madre, i pianti nella soffitta, la presenza della fata matrigna che l’aiuta ma pone a sua volta un ostacolo temporale, anche una storia per bambini diventa avvincente e accattivante.

Il conflitto e l’insoddisfazione sono centrali in ogni storia, perché il lettore si immedesima e si lega fortemente con il personaggio infelice e soprattutto al suo riscatto.

Pertanto, scrivi di persone insoddisfatte.

Qualsiasi commento, scrivilo nel post.

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I consigli di scrittura di Rusdie in pillole – 5° – Quando hai un’idea, scrivila subito!

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

5 – Quando hai un’idea, scrivila subito!

Ti è mai venuta l’ispirazione per un passo del tuo romanzo mentre sei alla guida? Ti è mai venuta in mente un’idea quando guardi un film?

A me è capitato molte volte. Una volta mentre stavo guidando in autostrada, ascoltavo la radio e il DJ raccontò di un episodio accaduto in Kenia di una veterinaria che aveva tolto uno scarpone dalla bocca di un coccodrillo perché non riusciva più a mangiare. Era il passo che mi mancava per dare creatività alla mia storia. Tuttavia, quando arrivai a destinazione, mi ricordavo la metà dei dettagli che lo speaker aveva descritto. Da allora, quindi ho imparato a fermarmi e a scriverla subito. Anche quando guardo un film e trovo un dialogo interessante, lo interrompo per un attimo e scrivo ciò che mi ha colpito. Solo dopo aver terminato, riprendo la visione. Perché se aspetti troppo tempo o ti distrai con altri argomenti, l’idea svanisce oppure non è altrettanto nitida come appena accaduta.

Anche Rushdie sostiene che gli succeda la stessa cosa. Lui descrive soprattutto le idee e le osservazioni che sorgono al momento del risveglio e suggerisce di stenderle immediatamente quando ti colpiscono.

“Ci sono cose che senti, emozioni che provi… e se non le scrivi in ​​quell’istante, non le ricorderai mai più. Quindi, abituati a trascrivere subito le tue osservazioni“. È la sintesi del contenuto.

Fatemi sapere se capita anche a voi. Un caro saluto.

I consigli di scrittura di Rusdie in pillole – 4° – Distingui tra stile e voce

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

4 – Distingui tra stile e voce

Lo stile è il modo in cui il narratore racconta. La voce è il segno distintivo dell’autore, l’impronta digitale. Lo stile può essere paragonato all’inflessione dialettale, che a volte incide anche nei termini lessicali. In tanti che appartengono alla comunità parlano con quell’inflessione, ma la voce rimane inconfondibile per ognuno di essi.

Rushdie ricalca questo concetto affermando:

“Lo stile è il modo in cui scegli di aderire – o di infrangere – le regole della forma classica. La voce è il tuo tocco come autore. È ciò che rende unica la tua opera. Lo stile dipende dal pezzo, la voce no. La tua voce si mostra in qualsiasi storia tu stia scrivendo.”

Rushdie dichiara che ogni romanzo può avere regole specifiche di scrittura. Se, ad esempio, ambientassimo la nostra opera al 1800, i personaggi dovrebbero utilizzare il “voi” e non il “lei”, dovrebbero usare una terminologia più ricercata, porre molta attenzione ai costumi e alle usanze di quel periodo. Oppure, se tu stessi descrivendo un personaggio rozzo all’interno di un carcere, dovresti utilizzare un linguaggio più grezzo, meno curato, con errori di lessico, con termini codificati, tipici dell’ambiente in cui si muove.

In sintesi, Rushdie dichiara che ogni pezzo di scrittura richiede decisioni stilistiche specifiche.

Invece, la tua voce non ti abbandonerà mai, potrà evolversi, derivare leggermente seguendo le modifiche del tuo carattere o della tua personalità, adeguarsi ai toni difficili che stai vivendo, ma resterà sempre la tua voce e ti seguirà in tutto ciò che scrivi.

Lasciatemi commenti se vi va.

I consigli di scrittura di Rusdie in pillole – 3°

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

3 – Lavora vicino al toro

Rifacendosi a un’idea di Hemingway che diceva che la corrida di oggi è troppo perfetta e il matador resta tanto vicino al toro che sembra quasi necessario disporre di un toro su ordinazione, Rushdie sottolinea come in realtà chi scrive dovrebbe essere come i più grandi matador e restare il più vicino possibile al toro.

Più vicino è il matador all’animale pericoloso, più l’esperienza è indimenticabile per lo stesso professionista e per il pubblico.

Pur considerando la corrida uno spettacolo crudele e non di suo interesse Rushdie ribadisce che l’atteggiamento del matador può essere utile agli scrittori. Se ci avviciniamo al pericolo tanto da renderlo scottante come un fuoco per chi legge, la storia assume un significato indimenticabile come la più pericolosa delle corride.

Per fare un esempio, se stiamo descrivendo una persona nascosta in una casa pronta a colpirci, dovremo descrivere i dettagli di ogni movimento del protagonista nella direzione del potenziale assassino; raccontare le immagini in penombra, gli scricchiolii del pavimento, il rumore del respiro, la sensazione di paura, l’immagine riflessa della cucina sottosopra, il tentativo di fuggire e l’essere rincorsi dal potenziale assassino. Tutti elementi che sappiamo ben descrivere e che dobbiamo farli percepire come se li vivessimo noi stessi in prima persona.

Durante il prossimo articolo tratteremo un altro consiglio: la capacità di distinguere tra stile e voce.

I consigli di scrittura di Rusdie in pillole – 2°

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

  1. Scrivi di argomenti “profondamente necessari”

Il modo migliore di descrivere un argomento è farlo attraverso la nostra esperienza personale. Nora Roberts disse “Se hai vissuto fino a diciannove anni, hai materiale per i tuoi romanzi per tutta la vita.” E lei, ricordiamolo, è una delle scrittrici più prolifiche della storia della letteratura. Scrive per otto ore tutti i giorni. Anche se decidiamo di scrivere romanzi, facciamolo attraverso l’ispirazione che ci deriva dalla nostra esperienza. Lo troveremo stimolante perché viene dal nostro profondo e risuonerà più autentico.

Rushdie ribadisce che siccome ci sono già milioni di libri nel mondo, non serve aggiungerne un altro all’elenco. L’unica ragione perché questo sia apprezzato e riconosciuto è che sia “profondamente necessario” e personale. Questo concetto può essere difficilmente declinabile se non attraverso le emozioni.

Se durante la stesura del nostro romanzo, ci emozioniamo, probabilmente il nostro lettore farà altrettanto. Io ho un paio di romanzi che ho iniziato e mollato a metà perché non mi trasmettevano l’emozione di cui ho bisogno per sentire il libro veramente mio, la storia parte della mia esperienza.

I consigli di scrittura di Rusdie in pillole

Salman Rushdie è uno scrittore di origine indiana e naturalizzato inglese, il cui stile molto controverso viene catalogato come “realismo magico”. Salito alla cronaca dopo aver pubblicato nel 1988 “Versi satanici” ed essere diventato tra i più ricercati di Al Qaeda, con numerose minacce di morte e un tentato omicidio nel 2022 durante una conferenza stampa.

Ho raccolto sul web alcuni consigli che lo scrittore racconta nella sua masterclass e ve li propongo in pillole, approfonditi con considerazioni ulteriori, una per ogni articolo del blog.

  1. Impara da te stesso

Il tempo presente, dominato dal vivere superficiale, sembra aver dimenticato l’importanza decisiva di un’autentica e profonda conoscenza di sé. Quando Socrate esortava i propri giovani seguaci a scendere nella propria interiorità, conoscerne i lati oscuri e gli spiragli di luce, esaminare il proprio essere più profondo al fine di raggiungere l’essenza della verità, aveva l’obiettivo di renderli consapevoli e ogni giorno migliori. Come sancito nell’Agamennone di Eschilo dal principio “non c’è conoscenza senza sofferenza”, si comprende come il percorso di approfondimento interiore sia lungo e faticoso.

Ma la scrittura, invece di attenderci al termine del cammino, ci aiuta a percorrerlo, anticipando i nostri passi e guidandoli mediante lo sforzo che ogni scrittore compie per descrivere la propria esperienza attraverso i libri. Quando Rushdie dichiara che il modo migliore per attingere alla tua abilità di scrittura sia acquisire familiarità intima con te stesso e con tutto ciò che risulta importante per te, racconta proprio questo sentiero, racconta dei più grandi talenti nella scrittura che conoscono le proprie motivazioni e le loro più profonde difficoltà ma attingono a quella conoscenza di sé per produrre un’opera che i lettori possano ricordare.

Gran parte dell’abilità dello scrittore deriva dalla tua comprensione di chi sei e di cosa hai bisogno di dire al mondo.“, afferma Rushdie.

Il potere della punteggiatura

Oggi voglio parlarvi dell’importanza di punteggiare bene i nostri testi.

Potreste dirmi: “Beh, Io sono un esperto e ho sempre punteggiato correttamente i miei testi”.

Questo è plausibile. Tuttavia, l’attenzione che mettiamo nella punteggiatura ha un valore talvolta essenziale.

Perché? Bene, perché una virgola può salvarci la vita.

Lasciate che vi racconti un aneddoto che José Antonio Millán include nel suo libro “Il perdono, impossibile” che si riferisce all’imperatore Carlo V, al cui tavolo gli giunse una sentenza da firmare, che recitava così:

“Perdono impossibile, che la pena sia eseguita.”

Carlos V aveva avuto una buona giornata ed era di ottimo umore. Così, prima di firmarla ha spostato la virgola nella seguente posizione:

“Perdono, impossibile che la pena sia eseguita.”

E così una virgola ha cambiato la sorte di qualcuno che era già stato condannato.

Detto questo, attenzione al potere della virgola.

Diamo un’occhiata a un altro esempio. Il significato di questa frase:

“Le ragazze che erano nel cortile erano spaventate”

È differente da:

“Le ragazze, che erano nel cortile, erano spaventate”

Vedi la diversità? Nella prima frase alludiamo ad una parte delle ragazze, quelle che erano in cortile, mentre nella seconda diciamo che tutte le ragazze erano in cortile e si sono spaventate.

Fai molta attenzione, quindi, all’uso delle virgole perché possono cambiare il significato della tua frase.

Se hai dei dubbi su dove inserire un punto o una virgola, usa un trucco molto semplice: leggi ad alta voce.

In questo modo, quando fai un respiro in ogni punteggiatura, saprai se ha senso all’interno della frase o del paragrafo in cui si trova.

Lasciatemi vostri sempre graditi commenti.

La paura dei fulmini di James Joyce

Tutti conoscono il grande scrittore irlandese James Joyce, non tanto per la sua limitata produzione letteraria, quanto per l’importanza che l’autore ha rappresentato nello sviluppo della corrente modernista. Proprio per la sperimentazione linguistica nelle sue opere (soprattutto Ulisse e Finnegans Wake), è ritenuto uno dei migliori scrittori del XX secolo e della letteratura di ogni tempo.

Non tutti sanno tuttavia che James Joyce era letteralmente terrorizzato da tuoni e fulmini.

La ceraunofobia è una fobia comune nell’essere umano, specialmente tra i bambini. I sintomi includono attacchi di panico, difficoltà respiratorie, tachicardia, sudorazione e nausea. Molti di coloro che soffrono di questa fobia cercano riparo in ogni luogo in cui non si vede né si sente il temporale.

James Joyce ne era letteralmente terrorizzato e si rifugiava sotto le coperte quando c’era un nubifragio. Tale paura pare essere un residuo della sua infanzia, quando la sua governante cattolica lo convinse che i temporali erano un segno della rabbia di Dio. Questa paura rimase con Joyce fino all’età adulta, contribuendo probabilmente anche a ispirare una parola di 100 lettere che Joyce ha coniato nel suo romanzo finale, Finnegans Wake. Bababadalgharaghtakamminapronnkonnbronntonnepronntuonnthunntrovarrhounawnskawntoohoohoordeenenthurnuk, che appare sulla prima pagina e ha lo scopo di descrivere il rombo di tuono a seguito della caduta di Adamo ed Eva.

6A – La quarta di copertina

La quarta di copertina è un termine ben conosciuto da tutti coloro che amano scrivere libri e conoscono l’importanza che questa riveste nella vendita della nostra opera letteraria.

Si chiama così perché nei formati classici di libri le pagine erano realmente quattro, mentre oggi, la seconda e la terza sono sempre più spesso bianche. Questo aspetto fornisce alla quarta di copertina un’importanza ancora maggiore. Vediamo perché.

Mentre l’immagine accattivante e il titolo intrigante della prima di copertina catturano il potenziale lettore e lo spingono ad afferrare il libro, oppure a cliccare sull’immagine per aprire la pagina dedicata, la quarta di copertina lo stimolano all’acquisto. La leva principale è la sinossi, detta anche riassunto. Deve essere scritta in modo chiaro e stimolante fornendo una panoramica del contenuto, dei personaggi principali al fine di incuriosire il lettore, lasciandolo tuttavia in sospeso, senza svelare gli intrecci e soprattutto il finale. Essendo questa parte estremamente importante, di solito se ne occupa l’editore. Nel caso di autopubblicazione, suggerisco di farla redigere da esperti, che si trovano facilmente sul web e che possono fare la differenza nel successo del nostro manoscritto.

L’immagine dell’autore con una breve biografia con percorso accademico, professionale e qualche curiosità personale, forniscono inoltre al potenziale acquirente un quadro più completo sul volume, avvicinandolo empaticamente all’autore. La quarta di copertina contiene insomma tutta una serie di informazioni concentrate ma tattiche che dovrebbero convincere il lettore ad acquistare il libro.

infine, aggiungiamo anche recensioni, frasi a effetto, incipit e citazioni di critica, eventuali concorsi vinti, precedenti opere di successo. insomma mescoliamo tutto ciò che può servire per generare un cocktail efficace alla vendita. se abbiamo la possibilità inseriamo anche qualche “blurb”: ossia i pareri sul libro in questione scritti da personaggi influenti, come book bloggers.

Esistono poi alcuni spazi dedicati ad elementi tecnici, come il codice ISBN, il codice a barre e il prezzo del libro.

6C – correzione di bozza

La correzione delle bozze è la fase susseguente e finale del processo di revisione dei testi. In fase di correzione delle bozze si vanno a individuare possibili errori di digitazione o refusi, considerando che la fase di editing abbia già egregiamente migliorato il manoscritto dal punto di vista strutturale/contenutistico. Solitamente in gergo ogni lettura con questo obiettivo si chiama “giro di bozze”. Gli esperti sostengono che tre giri siano sufficienti per rendere un testo perfettamente corretto.

Di solito è il redattore a effettuare questo lavoro, ma nel caso di manoscritti destinati all’autopubblicazione, occorre attrezzarsi di precisione, rigore e pazienza.

Cosa si intende per bozza?

È una stampa di un testo provvisorio. Perché dico stampa? Perché tutti i correttori di bozze ritengono fondamentale lavorare sulla carta, per poter effettuare un lavoro più accurato e di qualità. La bozza deve essere sottoposta a una revisione per eliminare tutti i possibili errori (lapsus o refusi) correggendo anche gli spazi, i margini e via dicendo.

Se siamo a corto di spiccioli, potremmo effettuare no stessi la prima correzione, ma normalmente i successivi due giri dovrebbero essere svolti da altre persone perché molto difficilmente da soli riusciremo a individuare tutti gli errori. Distrazione e stanchezza sono nemici giurati della perfezione. Se abbiamo la prima bozza corretta da noi, la potremo passare a un amico, un conoscente, un appassionato di lettura.  Avremo in ogni caso tre correzioni eseguite da tre persone diverse.

Quali sono gli strumenti?

Una penna a punta sottile di colore rosso o di altro colore diverso dal nero della stampa, affinché sia ben visibile.

Un righello – lo abbiamo imparato dai controllori del bilancio, i quali scendono riga per riga mediante l’uso di un righello. Così facendo non salteremo nessun contenuto.

Una luce intensa ma non troppo. Serve per poter vedere bene e affaticare meno la vista. Io suggerisco una lampada da tavolo orientabile.

Una lente di ingrandimento. Serve per essere certi di alcune imperfezioni, come ad esempio spaziature doppie con testo giustificato, virgole o punti stampati male, accenti che sembrano mancanti o di diverso orientamento.

Il testo di riferimento – questo aspetto è fondamentale. Nel caso di dubbi, soprattutto nella verifica con la lente di ingrandimento, il testo originario anche in formato elettronico, ci aiuterà a fare chiarezza.

Se volessimo approfondire dal punto di vista tecnico i contenuti della correzione di bozze, suggerisco di scaricare il pdf gratuito di Francesca Pacini, che ho trovato molto completo ed accurato. Lo ha scritto parecchio tempo fa, ma i contenuti sono ancora attuali.

Se invece della carta volessimo correggere mediante un sistema digitale, oggi abbiamo a disposizione la funzione “commento” di Adobe Acrobat reader per pdf, mediante la quale siamo in grado di aggiungere sottolineature, testo, evidenziazioni, frecce ecc., mantenendo di fatto lo stesso risultato estetico della correzione su carta.

Molti testi sulla correzione di bozze dichiarano essenziale estraniarsi dal testo, non lasciarsi coinvolgere dalla storia, ma concentrarsi esclusivamente sulle parole come se fossero un disegno, un’immagine. Per questo motivo il processo di correzione è alquanto lungo e impegnativo ed anche difficile soprattutto se si tratta del testo che abbiamo scritto noi stessi.

6B – Editing letterario: soluzioni e costi

L’editing e la correzione di bozze sono due percorsi obbligati ai quali occorre sottoporsi, per migliorare il nostro lavoro ed evitare la presenza di recensioni negative dovute alla presenza di un testo poco apprezzato. La precisione e la chiarezza dei contenuti è elemento essenziale ai fini della vendita dei libri. Mentre gli autori più precisi e scrupolosi possono eseguire in autonomia la correzione di bozze, l’editing è invece parecchio influenzato dalla nostra inevitabile parzialità e, quando torniamo per la sesta volta sullo stesso paragrafo giudicandolo dal punto di vista stilistico, molto difficilmente ne vedremo ambiti di miglioramento. Perché? Perché se dovessimo riscriverlo probabilmente lo scriveremmo esattamente allo stesso modo. Per questo motivo, questa fase la si dovrebbe assegnare ad un esterno, peraltro senza pagare somme sconvolgenti.

Si divide in editing formale (o leggero) e editing contenutistico (o strutturale). In entrambi i casi l’editing è una revisione del testo non solo correggendo errori di ortografia e i refusi, ma anche dal punto di vista stilistico e dei contenuti (coerenza della trama, caratterizzazione dei personaggi, ritmo di lettura, forma nell’esposizione ecc. ). La differenza tra i due è che l’editing leggero corregge solamente la fluidità e la chiarezza del testo, mentre quello contenutistico suggerisce modifiche, talvolta profonde al contenuto, come ad esempio taglio di paragrafi ritenuti superflui, oppure aggiunte ove l’editor lo ritenga necessario al miglioramento del libro.

Parliamo di costi:

Una cosa importante è che in entrambi i casi è opportuno che sia sempre l’autore a decidere se i cambiamenti siano da apportare oppure meno. Diverso è il caso della pubblicazione da parte di un editore tradizionale, dove spesso questa operazione è fatta al solo scopo di rendere il nostro libro più vendibile e quindi senza coinvolgere l’autore, che peraltro cede i propri diritti sull’opera all’editore stesso. Quando optiamo per l’autopubblicazione o per la pubblicazione a pagamento, dobbiamo tenerci la facoltà di accettare tali modifiche perché il libro rimane sempre di nostra proprietà.

La scelta cui affidare l’editing potrebbe essere alle seguenti figure:

  • Professionista affermato:  7 – 10 cartella editoriale – questa scelta è più affidabile ma spesso è costosa e richiede più tempo
  • Professionista  per editing leggero: 3 – 5 euro per cartella. Si tratta di una scelta equilibrata, soprattutto se il nostro testo è stato rivisto più volte da noi. Tuttavia, talvolta non è sufficiente.
  • Professionista alle prime armi: 2 euro per cartella – Il vantaggio è certamente nel costo, ma potrebbe essere inadatto in caso di testi complessi, oppure ad alto contenuto tecnico o specifico (esempio romanzi storici).
  • Amico appassionato di letteratura:  costo quasi nullo (magari una pizza) – Mette l’autore a proprio agio, che si sente più libero di esprimere le proprie esigenze.  Potrebbe tuttavia non essere sufficiente. Dobbiamo considerare di essere quanto mai precisi con lui per evitare incomprensioni che possono anche influire negativamente sul nostro rapporto.

La cartella editoriale viene considerata da alcuni 1800 caratteri,  spazi inclusi, da altri fino a 2000. Ci conviene chiarirlo nella fase di definizione dei costi.

Spesso il costo varia anche dalla tipologia di opera. Se il nostro lavoro è un romanzo, probabilmente costerà più di un saggio.

La soluzione con agenzia letteraria

Le agenzie letterarie hanno il compito di avvicinare l’autore talentuoso all’editore in cerca di nuove proposte. Esistono tante tipologie di agenzie differenti, sia per dimensioni, sia per importanza, sia per approccio. Alcune di loro offrono la lettura del testo e l’emissione di una scheda tecnica del nostro manoscritto gratuite, che ci consentono di avere un’idea sulla qualità letteraria del nostro lavoro e di decidere le fasi successive con più consapevolezza. Nel caso di un riscontro positivo, le agenzie offrono un servizio di editing a pagamento oppure gratuito, entrambi finalizzati all’obiettivo di accompagnarci alla pubblicazione con editore, che rappresenta per molte di loro, la fonte principale di guadagno.

Suggerisco di evitare le agenzie rinomate, in quanto chiedono un contributo di lettura de manoscritto che varia dai 300 ai 500 euro. La soluzione più intelligente, a mio parere, sono le agenzie di piccole dimensioni che possono vantare alcuni autori pubblicati. Tra tutte quelle che ho avuto modo di testare, ne suggerisco tre:

Toniarini Dorazihttps://www.agenziatoniarinidorazi.it/ – legge gratuitamente il tuo testo, ha tempi rapidi di risposta e fornisce una valutazione corretta del testo, sottolineando anche l’esigenza di procedere con editing e/o correzione di bozze. Se lo trova di gradimento, propone un accordo di un anno entro il quale si impegna a proporlo ad editori e a trovare le proposte più adeguato al tipo di manoscritto. Non c’è alcun impegno contrattuale e il contributo viene richiesto solamente all’accettazione dell’editore da parte nostra.

La Sinossi  – https://www.lasinossi.it – legge il testo ed emette una scheda di valutazione per un contributo di circa 70,00 euro, ha tempi ragionevolmente contenuti e propone l’editing e la correzione di bozze ad un costo competitivo rispetto al resto delle agenzie, peraltro scontando il costo iniziale della prima lettura . Nel caso si accettasse, propone anche la rappresentanza verso l’editore, ad un costo intorno a 500 euro, pagabili anche in tre tranche mensili.

Graféin: https://www.grafein.net/ – propone un’analisi stilistica, lessicale, sintattica del testo e la ricerca delle categorie di errori più diffusi. Risponde normalmente in quindici giorni lavorativi, anche se talvolta i tempi si allungano in momenti di intenso traffico di manoscritti. L’approccio è serio, rispondono alla ricezione del manoscritto e propongono un contatto telefonico in caso di interesse. La loro rappresentanza editoriale è rivolta ad un parco di potenziali editori di qualità ad un costo contenuto.

Spero che lo abbiate trovato utile ed attendo vostri commenti.

Buona scrittura!!

Fase 0 – progetto editoriale

Mi sono accorto di aver trascurato la fase di design del nostro manoscritto, che, pur dandola per scontato, risulta essere una delle cose più importanti per il successo del nostro libro. Propongo quindi alcuni suggerimenti di come approcciare la costruzione dell’idea editoriale.

1. Non abbiamo fretta di scrivere immediatamente quello che abbiamo in testa

Le trame dei miei libri hanno preso corpo durante gli spostamenti in autostrada, perché è il momento in cui sviluppo le idee migliori. All’arrivo mi prendevo il tempo per ricamare gli orpelli degli intrecci tra i personaggi della mia storia, appuntandomi all’arrivo gli spunti maturati.

Forse tra noi c’è qualcuno che ha la capacità inventiva dei grandi scrittori che, talvolta, riescono a definire e a costruire un romanzo articolato in poche ore, ma in generale il segreto di qualsiasi successo è l’abile progettazione, e questo vale anche per i libri, siano essi di narrativa o di saggistica.

Nonostante la brama di mettere nero su bianco le nostre idee ci spinge a farlo subito, quando il ferro dei nostri pensieri è ancora caldo, sarebbe meglio prima definirne la sinossi. Non è necessario scrivere il riassunto nei minimi dettagli, basterebbe una mezza pagina di word, come se fosse la quarta di copertina. Poi, lasciamola riposare un paio di giorni e rileggiamola con l’occhio di uno sconosciuto. Facciamoci le domande: “Se io fossi un lettore, comprerei questo romanzo?” “Se sì, perché?” “Cos’ha di diverso rispetto ad altre storie?” Se superiamo anche questo cancello, possiamo procedere alla fase successiva.

2. Prepariamo la scaletta del manoscritto

Esistono tanti strumenti con i quali si può ottenere lo scopo di mettere in fila le idee del nostro progetto. C’è chi prepara la cosiddetta “scaletta” e definisce i contenuti di ciascun capitolo, c’è chi utilizza una veste grafica, anche scegliendo i volti dei personaggi che descriverà, chi preferisce creare una mappa mentale, chi invece una griglia, nella quale definire le relazioni, i momenti di incontro tra i vari personaggi, oppure  l’ordine logico degli argomenti del saggio.

Indipendentemente dal metodo utilizzato, al termine di questa fase, dovremo disporre di un piano dettagliato di quello che svilupperemo in seguito, anche con un’idea indicativa della lunghezza del nostro lavoro, se moltiplichiamo il numero dei capitoli per 5 – 6 che è normalmente la media di un capitolo.

Un altro obiettivo di questa fase è di comprendere se la trama è credibile, se “sta in piedi” oppure se servano alcuni ritocchi.

3. Fare ricerche sui competitor

Questo argomento potrebbe essere svolto anche successivamente, ma ritengo che un’indagine preliminare possa insegnare molto sul mercato di riferimento che potrebbe avere il nostro libro. Suggerisco di effettuare una ricerca su Amazon scegliendo libri con il nostro stesso contenuto. Questo è importante soprattutto per i saggi, in quanto talvolta possiamo scoprire che qualcosa di molto simile è stato già scritto e magari è stato poco venduto (+ recensioni uguale + vendite).

Scegliamo libri che abbiano almeno 20 recensioni e cerchiamo il loro posizionamento in classifica. Appuntiamoci prezzo, pagine, editore ed anche parole chiave nella descrizione, modalità di presentazione dei contenuti e soprattutto la categoria nella quale sono stati posizionati. Come sappiamo esistono molte categorie che sono poco usate e che ci consentono di raggiungere un certo posizionamento in classifica che, pur in un settore di nicchia,  può significare avere maggiori possibilità di successo nelle vendite. È statisticamente improbabile, se non impossibile, che un libro di un autore sconosciuto diventi un bestseller alla prima uscita su Amazon. Meglio puntare su lettori di nicchia e poi contare sul passaparola per lo sviluppo commerciale.

Infine scendiamo e leggiamo i suggerimenti di lettura che Amazon ci propone. Analizziamo allo stesso modo anche i dati di questi libri.

A questo punto siamo pronti per iniziare la stesura del testo.

In bocca al lupo.

Cambio d’Identità al nono posto in Amazon

Amazon è il mercato più grande del mondo e salire la classifica, anche parziale, delle vendite è un obiettivo di ogni venditore. La settimana scorsa, dopo l’exploit degli ordini, ho scoperto che il mio libro “Cambio d’Identità” era salito al nono posto nella categoria Gialli e Thriller.

Una bella soddisfazione per il mio primo romanzo.

Fase 6 – Miglioramento del manoscritto

Abbiamo terminato il manoscritto e vogliamo farlo vivere? Perfetto. Ci sono alcune attività essenziali da svolgere prima di pubblicarlo.

Prima di tutto deve essere reso adatto al mercato, il primo controllo dovrà essere eseguito da noi. Importante non avere fretta. Il tempo medio di uscita dei libri è dagli otto ai dodici mesi dal momento in cui il manoscritto è terminato.

1. Autocontrollo

Questa fase è quella più importante. Prima di tutto facciamolo “dormire” per almeno due mesi, senza toccarlo. Quando lo rileggeremo saremo più critici e troveremo errori o espressioni indesiderate che devono essere eliminati. Leggetelo e rileggetelo almeno tre volte a distanza di due settimane tra ciascuna rilettura. Se abbiamo una persona che ama leggere e sulla quale nutriamo la massima fiducia, chiediamole di effettuare il proofreading. Cerchiamo di essere estremamente severi con noi perché le case editrici e/o le agenzie letterarie lo saranno molto di più.

2. Editing

Questo strumento consiste in una lettura critica con correzioni (eliminazione di errori tecnico-editoriali e tecnico-grammaticali) e concrete proposte di miglioramento editoriale. I servizi più accurati prevedono due o tre letture successive da parte di editor differenti, al termine di ciascuna delle quali noi potremmo accettare o rifiutare i suggerimenti di modifica proposti. Normalmente lo stile dell’autore rimane immutato. Qualche agenzia o editore prevede l’elaborazione anche di una scheda di valutazione con punti di forza e di debolezza del testo a livello di contenuto, struttura, stile e linguaggio. Spesso, se il testo viene ritenuto interessante, l’editing viene offerto gratuitamente dall’editore.

3. Correzione di bozza

Servizio normalmente eseguito prima della messa in stampa del manoscritto. In alcuni casi è compresa nell’editing, ma spesso viene offerta come servizio a parte. Il correttore di bozze legge e rilegge con cura la nostra opera, eliminando i refusi di scrittura ma anche gli errori che riguardano l’aspetto tipografico, come righe rientranti, maiuscoletti, uso del neretto, aspetto editoriale al testo.

4. Impaginazione

Questa fase riguarda la preparazione del manoscritto per la pubblicazione. In generale è offerta gratuitamente nel caso si decida di procedere con la pubblicazione a pagamento presso editore. In alcuni casi invece prevede un compenso variabile. È normalmente composta da:

  • Controllo margini,
  • Scelta font adeguati
  • Adattamento formato (dimensione pagina)
  • Realizzazione Indice
  • Controllo righe isolate
  • Giustificazione testo
  • Fotocomposizione immagine
  • Sillabazione
  • Rientri prima riga
  • Testatine
  • Allineamento griglia di testo a fine pagina
  • Controllo interlinea
  • Controllo spazi tra paragrafi
  • Adattamento didascalie delle immagini

Uno dei vantaggi è che, una volta formattato il file, potremo utilizzarlo per tutte le opere successive. Se invece abbiamo dimestichezza con i software di scrittura, possiamo predisporlo seguendo le indicazioni dell’editore. Ad esempio, Amazon KDP, ha un prontuario da seguire per poter predisporre il libro alla stampa.

5. Quarta di copertina

Prima ancora di parlare della copertina, alla quale dedicheremo un articolo a sé, cominciamo a definire i contenuti della quarta di copertina, che ha un ruolo fondamentale soprattutto nella vendita di un libro, in quanto contiene tutta una serie di informazioni strategiche, quali una sinossi parziale del contenuto senza svelarne il finale, eventuali brevi recensioni, frasi a effetto e citazioni di critica (io utilizzo i commenti ricevuti dalle agenzie letterarie); il codice ISBN e il prezzo del libro (se procederemo scegliendo la distribuzione nelle librerie); una breve biografia ed una foto dell’autore. In merito alla biografia, suggerisco di inserire percorso accademico e/o professionale, integrato con informazioni a carattere personale, per aumentare il concetto di vicinanza con i “curiosi” lettori. 

Nei prossimi articoli parleremo di:

  • La realizzazione della copertina
  • Il book trailer
  • Elenco ragionato di agenzie letterarie
  • Elenco ragionato di case editrici
  • La presentazione del libro in diretta
  • La presentazione del libro agli editori ed alle agenzie letterarie
  • La promozione del libro

Fase 3 – Leggere, leggere e scrivere

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Quella che descriverò oggi non è una vera e propria fase del processo di scrittura e pubblicazione del nostro libro, ma piuttosto un consiglio, un suggerimento.

Un simpatico modo di dire cita:

Siamo dotati di due orecchie ed una bocca sola. Il che significa che dobbiamo ascoltare il doppio rispetto a quanto parliamo.” 

Tale concetto sta alla base di training specifici per aumentare la capacità di ascolto, aiutandoci ad entrare in empatia con i nostri interlocutori. Lo stesso Dale Carnegie, nel libro “Come trattare gli altri e farseli amici” descrisse Eliot, il rettore dell’Università di Harward  come una abilissimo ascoltatore

Quando Eliot ti ascolta, il suo non è un normale silenzio. È una forma di attività. Sta seduto con la spina dorsale drittissima e le mani intrecciate in grembo, senza muovere nulla, e guarda l’interlocutore come se ascoltasse anche con gli occhi. Ti risponde mentalmente e, man mano che parli, valuta quello che stai dicendo. Alla fine la persona che ha parlato ha quasi l’impressione che sia stato lui a farlo.”

Parafrasando il precedente aforisma, potremmo dire che avendo due occhi ed una sola mano con la quale scrivere (riferendomi ovviamente alla scrittura tradizionale), dovremmo leggere il doppio di quanto scriviamo. Ritengo fortemente utile questo suggerimento, in quanto la lettura ci alimenta la creatività e la fantasia, entrambi motori, vitamine essenziali per una buona scrittura.

Esiste una regola per quali libri prediligere? Per quanto mi riguarda, no. Io scelgo prevalentemente autori italiani del mio stesso genere, oppure autori di best seller internazionali, che vengono tradotti in modo accurato e creativo.

Dai grandi autori possiamo prendere spunti sul modo con il quale descrivono una certa situazione o l’utilizzo di termini ricercati o che hanno una particolare assonanza in un contesto specifico.

Scambiamoci i nomi dei nostri autori preferiti. Raccontiamoci il motivo per il quale li leggiamo con passione.

Autopubblicazione – Pubblicare l’ebook su Amazon Kindle – Step 2

Hai corretto il tuo manoscritto ed ora sei pronto per pubblicarlo? La pubblicazione dell’ebook su Amazon Kindle è in assoluto la più semplice ma dovrai sapere che, se procedi per questa strada, ti leghi per sempre con loro e non potrai promuovere il tuo libro digitale in nessun altro canale.

I passi da seguire sono molto semplici e ti vengono chiaramente descritti nel tutorial del canale https://kdp.amazon.com/it_IT/.

Dovrai iscriverti anche al sito come autore e fornire i dettagli del tuo conto corrente sul quale verrai pagato. Non ti preoccupare perché non ci sarà alcun esborso da parte tua.

Infine, seguirai alcune regole che riguardano la formattazione del tuo ebook (in formato Mobi), come ad esempio, interlinea, carattere ecc. Ora il tuo ebook è pronto per la copertina.

La copertina merita un punto a parte. Sarà l’amo che incuriosirà i tuoi clienti. Lo strumento di Amazon è molto basic e non consente particolari soluzioni creative. Suggerisco di affidarsi ad uno studio grafico. Ad esempio se ne trovano sul web alcuni che te la realizzano per solo 5 euro. Se invece hai dimestichezza con photoshop oppure con altri software di elaborazione digitale di immagini, puoi farla tu, rispettando le dimensioni suggerite, ovvero devono prevedere un rapporto altezza/larghezza di almeno 1,6:1. Ciò significa che per ogni 1.000 pixel in larghezza l’immagine deve essere 1.600 pixel in altezza. Torneremo su questo argomento anche quando parleremo della pubblicazione cartacea. In quest’ultimo caso, suggerisco di utilizzare il sito unsplash con migliaia di foto gratuite tra le quali potrete scegliere quella che meglio rappresenta il contenuto del vostro libro.