“Era profonda la mancanza della sua famiglia, soprattutto di suo figlio di cinque anni. Non parlava con lui e con sua moglie da oltre due settimane. Aveva comunicato con loro al telefono ogni venerdì, ma, nelle ultime due occasioni, il suo interlocutore non glielo aveva consentito. Sentiva freddo. Il suo pensiero si indirizzò involontariamente all’ultima vacanza al parco divertimenti di Beijing e a Guo, che, mentre attendeva in coda il suo turno, si alzava sulle punte dei piedini, convinto di poter raggiungere così l’altezza minima necessaria per l’accesso alle attrazioni dei grandi. Insieme a sua moglie Jiao avevano riso molto per questa scena, proseguita per quasi tutto il giorno e si erano domandati come fosse riuscito a resistere per così tanto tempo in quella posizione scomoda senza lamentarsi. Il ricordo di questo episodio gli strappò un abbozzo di sorriso.
Percepì di avere i pantaloni e la camicia completamente inzuppati, nonostante fossero coperti dal lungo impermeabile. L’acquazzone prolungato e il vento, che soffiava insistentemente in direzione nord-est, avevano trovato ben più di una via di accesso penetrando oltre la barriera offerta dall’incerata.
A Feng sembrò di percepire finalmente un suono in lontananza e, man mano che si avvicinava, diventava più nitido e forte. Ora il rumore dei rotori era nitido e sovrastava ampiamente il ticchettio della pioggia. Una luce perforò il buio e il fascio intenso colpì la pavimentazione del terrazzo che faceva da tetto all’alto edificio dove lo scienziato prestava servizio in qualità di direttore operativo del centro di ricerca.