La paura dei fulmini di James Joyce

Tutti conoscono il grande scrittore irlandese James Joyce, non tanto per la sua limitata produzione letteraria, quanto per l’importanza che l’autore ha rappresentato nello sviluppo della corrente modernista. Proprio per la sperimentazione linguistica nelle sue opere (soprattutto Ulisse e Finnegans Wake), è ritenuto uno dei migliori scrittori del XX secolo e della letteratura di ogni tempo.

Non tutti sanno tuttavia che James Joyce era letteralmente terrorizzato da tuoni e fulmini.

La ceraunofobia è una fobia comune nell’essere umano, specialmente tra i bambini. I sintomi includono attacchi di panico, difficoltà respiratorie, tachicardia, sudorazione e nausea. Molti di coloro che soffrono di questa fobia cercano riparo in ogni luogo in cui non si vede né si sente il temporale.

James Joyce ne era letteralmente terrorizzato e si rifugiava sotto le coperte quando c’era un nubifragio. Tale paura pare essere un residuo della sua infanzia, quando la sua governante cattolica lo convinse che i temporali erano un segno della rabbia di Dio. Questa paura rimase con Joyce fino all’età adulta, contribuendo probabilmente anche a ispirare una parola di 100 lettere che Joyce ha coniato nel suo romanzo finale, Finnegans Wake. Bababadalgharaghtakamminapronnkonnbronntonnepronntuonnthunntrovarrhounawnskawntoohoohoordeenenthurnuk, che appare sulla prima pagina e ha lo scopo di descrivere il rombo di tuono a seguito della caduta di Adamo ed Eva.

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Lo scrittore assassino

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Ricordi quando O.J. Simpson pubblicò un libro che descrisse come avrebbe ipoteticamente ucciso Nicole Brown Simpson e Ronald Goodman? Non è stato l’unico autore che è riuscito a uccidere sua moglie sotto forma di libro. Solo che la storia di Richard Klinkhammer ha avuto un tocco maggiore di creatività.

Klinkhammer era uno scrittore olandese con un problema con l’alcol e una moglie di nome Hannelore scomparsa misteriosamente nel 1991. I poliziotti consideravano Klinkhammer il loro principale sospettato, ma dopo aver messo sottosopra la sua casa e la sua proprietà, hanno dovuto rinunciare al caso, non avendo trovato alcuna prova. Non riuscirono nemmeno a trovare il ben noto corpo del delitto. Un anno dopo, Klinkhammer scrisse una storia sulla sua sposa in fuga, un romanzo intitolato “Wednesday, Ground Meat Day”. Il libro era diviso in sette segmenti cruenti che descrivevano in dettaglio i diversi modi in cui avrebbe potuto uccidere sua moglie. In un capitolo, la infila persino in un tritacarne e poi fa mangiare la sua carne agli uccelli. Il suo editore rifiutò di pubblicarlo perché pensò che fosse troppo esagerato. Inoltre, anche il modo con il quale questo libro è stato scritto era orribile. Tuttavia, la voce della sua sensazionale storia si è diffusa in tutta la scena letteraria olandese e Klinkhammer è diventato una celebrità. Ha venduto la sua casa a una giovane coppia, si è trasferito ad Amsterdam e ha iniziato a comparire alle feste letterarie e ad apparire in programmi TV. Mentre si godeva la sua ritrovata notorietà, la coppia che aveva comprato la sua casa decise di voler apportare alcune modifiche al cortile, come abbattere quel vecchio capannone sul retro. Quando hanno scavato le fondamenta, hanno scoperto uno scheletro. Quando i poliziotti hanno raccolto Klinkhammer, l’autore ha confessato che il suo libro era un’autobiografia. Ma invece di usare un tritacarne, aveva colpito sua moglie in testa. Tuttavia, a Klinkhammer gli è andata bene. È stato condannato a solo sei anni di carcere e ne ha scontati solo la metà. Non solo. Dopo essere tornato libero nel 2003, ha effettivamente trovato un editore che ha accettato di pubblicare il suo brutto romanzo.

La curiosa storia della scrittrice bambina

Ci risulta difficile trovare l’ispirazione per un nuovo romanzo? Proviamo a leggere la curiosa storia di Margaret Mary Julia Devlin, conosciuta come Daisy Ashford, una scrittrice inglese famosa per aver scritto The Young Visiters, una novella riguardante la società dell’alta borghesia della fine del XIX secolo in Inghilterra, quando aveva solo nove anni.

Dopo che sua madre morì nel 1917, Daisy Ashford, 36 anni, stava riordinando la soffitta quando scoprì una reliquia del passato. Era un libro che Daisy aveva scritto da bambina, quando voleva diventare una scrittrice.

Si chiamava The Young Viseters (il primo refuso anche nel titolo) e la storia descriveva un “uomo anziano di 42 anni” di nome Alfred Salteena che voleva diventare un gentiluomo e sposare la sua giovane pupilla, Ethel Montecue. Ma Ethel amava Bernard Clark, un amico di Mr. Salteena che lo stava aiutando nel suo tentativo di entrare nelle classi sociali altolocate. Ne derivano distorsioni e malintesi sociali.

Di per sé la storia non era poi così originale, ma quando Daisy lo pubblicò quasi 30 anni dopo, completo di errori di ortografia, il libro divenne un best seller.

I critici lo hanno definito “uno dei libri più umoristici della letteratura” grazie ai suoi aggettivi assurdi, ai terribili errori di battitura e all’estrema serietà.

L’autrice era una bambina di nove anni che cercava di sembrare un’adulta. Daisy adorava usare parole come “sumpshous” e “aristockracy” e i suoi dialoghi erano piuttosto comici. “Sei per me come un dio pagano”, sussurra un amante all’altro. Le piaceva anche molto descrivere tutto nei minimi particolari, fino alle “belle gambe sottili in pantaloni marroni chiari e ghette ben aderenti” e “una rosa rossa all’occhiello” oppure “un berretto sportivo che gli dava una grande aria con la sua caratteristica quadrettatura e piccoli lembi da tirare giù se necessario”.

Il romanzo era tanto infantile quanto geniale che alcune persone pensarono che il vero autore fosse JM Barrie. Ma “The Young Visiters” era stato realmente scritto dalla Ashford e ha avuto otto edizioni solo nel primo anno. Molte copie furono distribuite ai veterani feriti della prima guerra mondiale per alleggerire i loro spiriti, e un libro arrivò persino alla regina Mary. E “The Young Visiters” continua a deliziare il pubblico anche nel 21° secolo. Nel 2003, la BBC ha pubblicato un proprio adattamento con Jim Broadbent e Hugh Laurie.

Se vi è piaciuta questa curiosità, fatemelo sapere e ve ne proporrò altre.

Liberamente tratto e tradotto dall’inglese dal sito listverse.com

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