Tutti conoscono il grande scrittore irlandese James Joyce, non tanto per la sua limitata produzione letteraria, quanto per l’importanza che l’autore ha rappresentato nello sviluppo della corrente modernista. Proprio per la sperimentazione linguistica nelle sue opere (soprattutto Ulisse e Finnegans Wake), è ritenuto uno dei migliori scrittori del XX secolo e della letteratura di ogni tempo.
Non tutti sanno tuttavia che James Joyce era letteralmente terrorizzato da tuoni e fulmini.
La ceraunofobia è una fobia comune nell’essere umano, specialmente tra i bambini. I sintomi includono attacchi di panico, difficoltà respiratorie, tachicardia, sudorazione e nausea. Molti di coloro che soffrono di questa fobia cercano riparo in ogni luogo in cui non si vede né si sente il temporale.
James Joyce ne era letteralmente terrorizzato e si rifugiava sotto le coperte quando c’era un nubifragio. Tale paura pare essere un residuo della sua infanzia, quando la sua governante cattolica lo convinse che i temporali erano un segno della rabbia di Dio. Questa paura rimase con Joyce fino all’età adulta, contribuendo probabilmente anche a ispirare una parola di 100 lettere che Joyce ha coniato nel suo romanzo finale, Finnegans Wake. Bababadalgharaghtakamminapronnkonnbronntonnepronntuonnthunntrovarrhounawnskawntoohoohoordeenenthurnuk, che appare sulla prima pagina e ha lo scopo di descrivere il rombo di tuono a seguito della caduta di Adamo ed Eva.