100.000 parole

Forse vi chiederete il perché di questo titolo. Chi si diverte a scrivere libri, sa che 100.000 parole rappresentano un libro di 400-500 pagine. Un traguardo importante e difficile da raggiungere. Nessuno dei miei quattro romanzi ha superato le 60.000 parole, ma con il quinto sto cercando di avvicinarmi il più possibile a questo traguardo. Perché?

Da accanito lettore ho scoperto di provare più piacere a leggere libri lunghi (ovviamente ben scritti) rispetto a quelli brevi. E ho scoperto che i libri corposi vendono maggiormente di quelli smilzi. Credo di aver trovato tre convincenti ragioni:

  1. Abitudine allo stile narrativo – quando inizio un romanzo sono costretto a tornare qualche volta su frasi già lette per comprenderne a fondo il significato. Mentre verso la fine del libro la mia lettura scorre più veloce. Ci siamo mai chiesti il perché? Perché lo stile narrativo si assimila, ci si avvezza alle parole utilizzate, ai ritmi, alle espressioni e ci si innamora pian piano di ciò che l’autore descrive. Chi vorrebbe interrompere una storia d’amore?
  • Rapporto qualità (quantità)/prezzo – i volumi più lunghi costano poco di più di quelli brevi ma impegnano molto più tempo nel piacere della lettura. Anche solo per una questione meramente economica, i lettori preferiscono aver speso bene i propri soldi e crogiolarsi in una storia di valore che dura a lungo.
  • Effetto grande lettore – ai lettori piace essere ammirati dagli amici per il numero di pagine lette al mese, per la quantità di libri depennati dalla lista dei preferiti. Si confrontano con amici, lo scrivono sui blog, ne fanno un vanto quando nella sala di aspetto leggono un libro di spessore (non solo letterario). Si genera l’effetto maratona, rispondendo alle domande del tipo: “quanto tempo ci hai messo a leggere l’ultimo di Ken Follet?” con “una settimana”
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Scrivere, un’abitudine quotidiana

“Una delle principali credenze popolari intorno alla scrittura è che per praticarla dobbiamo avere ampi spazi di tempo senza interruzioni. Nel mio caso particolare, non ho mai goduto di quelle massicce porzioni del mio tempo”.

Queste parole non sono mie, ma di Julia Cameron, un’autrice di bestseller internazionali che ti invita a scrivere godendoti il ​​processo, il piacere di scrivere e rendendolo un’abitudine. Perché, proprio come la lettura, anche la scrittura può essere un piacere quotidiano.

Nel suo libro “The Writer’s Way”, Julia Cameron aggiunge che “l’ossessione di avere un po’ di tempo causa spesso il famigerato blocco dello scrittore”.

Spiega che “la bugia “se solo avessi più tempo” è un modo interessante per chiudere gli occhi di fronte alla stesura del libro. Le frasi giuste compaiono in qualsiasi momento. Basta porre la giusta attenzione, rubare i momenti, strappare le frasi dalla quotidianità e potremo avere un romanzo senza il lusso del tanto tempo.

Ecco perché se vuoi scrivere un libro, la mia raccomandazione di oggi è la stessa che Julia dà nel suo libro: “comincia da dove sei”. Perché se vuoi scrivere e pubblicare un libro, la prima cosa che devi fare è iniziare. Può darsi che la situazione ideale non arrivi mai e che l’anno sabbatico richieda decenni per arrivare.

Il panorama letterario italiano e internazionale è pieno di esempi di autori che hanno scritto e pubblicato i loro libri in tempi record, pur mantenendo le loro attività quotidiane, il lavoro, gli obblighi familiari o gli hobby.

Nei libri di Julia Cameron puoi trovare esercizi per stimolare la creatività e per migliorare la scrittura. Ma, se sei ancora indeciso se scrivere un libro, se hai una storia che ti rimbalza in testa, non perdere tempo. Comincia a scrivere.

Un abbraccio,

Il potere della punteggiatura

Oggi voglio parlarvi dell’importanza di punteggiare bene i nostri testi.

Potreste dirmi: “Beh, Io sono un esperto e ho sempre punteggiato correttamente i miei testi”.

Questo è plausibile. Tuttavia, l’attenzione che mettiamo nella punteggiatura ha un valore talvolta essenziale.

Perché? Bene, perché una virgola può salvarci la vita.

Lasciate che vi racconti un aneddoto che José Antonio Millán include nel suo libro “Il perdono, impossibile” che si riferisce all’imperatore Carlo V, al cui tavolo gli giunse una sentenza da firmare, che recitava così:

“Perdono impossibile, che la pena sia eseguita.”

Carlos V aveva avuto una buona giornata ed era di ottimo umore. Così, prima di firmarla ha spostato la virgola nella seguente posizione:

“Perdono, impossibile che la pena sia eseguita.”

E così una virgola ha cambiato la sorte di qualcuno che era già stato condannato.

Detto questo, attenzione al potere della virgola.

Diamo un’occhiata a un altro esempio. Il significato di questa frase:

“Le ragazze che erano nel cortile erano spaventate”

È differente da:

“Le ragazze, che erano nel cortile, erano spaventate”

Vedi la diversità? Nella prima frase alludiamo ad una parte delle ragazze, quelle che erano in cortile, mentre nella seconda diciamo che tutte le ragazze erano in cortile e si sono spaventate.

Fai molta attenzione, quindi, all’uso delle virgole perché possono cambiare il significato della tua frase.

Se hai dei dubbi su dove inserire un punto o una virgola, usa un trucco molto semplice: leggi ad alta voce.

In questo modo, quando fai un respiro in ogni punteggiatura, saprai se ha senso all’interno della frase o del paragrafo in cui si trova.

Lasciatemi vostri sempre graditi commenti.

Dimmi cosa leggi e ti dirò come scrivi

Qualunque sia il genere letterario e l’argomento su cui intendiamo scrivere, c’è una cosa che dovremmo fare prima di iniziare: leggere molto, soprattutto i grandi classici della nostro genere letterario.

Immaginiamo, ad esempio, di voler scrivere un romanzo storico. Prima di iniziare a scrivere, dovremmo aver letto almeno Ken Follett, Valerio Massimo Manfredi, Santiago Posteguillo e Arturo Pérez-Reverte.

Questo vale anche nel caso in cui desiderassimo scrivere e pubblicare un saggio. Ad esempio, se vuoi scrivere un libro sullo sviluppo personale, dovrai aver letto Robin Sharma, Oliver Blanchard, Tim Ferriss, Robert Kiyosaki e Rhonda Byrne.

Ci chiederemo: “Perché dobbiamo farlo?” Per due ragioni fondamentali: per il tuo editore e per i tuoi lettori.

Quando un editore valuta il nostro lavoro, ad esempio un romanzo giallo, la cosa più normale è scegliere un editore che pubblichi collane di questo genere o almeno che abbia pubblicato romanzi di genere. In questo caso ne conoscerà i codici.

Per codici intendo il modo di presentare la storia lasciando una serie di indizi affinché il lettore cerchi di indovinare chi è l’assassino o cosa sia realmente accaduto.

Pertanto, è importante conoscere questi codici, usarli e rispettarli perché altrimenti l’editore penserà che non siamo autori cu cui puntare.

In altre parole, l’editore deve essere certo che si abbia una perfetta padronanza del nostro genere letterario.

Lo stesso vale per il lettore che sarà sicuramente un appassionato del genere e rileverà distonia tra ciò che abbiamo scritto e ciò che ha letto nei romanzi dei grandi scrittori classici di genere.

Pensiamo che il nostro manoscritto sia come un esame. Quando il libro raggiunge le mani del lettore, ci esaminerà e valuterà il nostro grado di preparazione. Se vedrà che il nostro libro non rientra nei parametri della disciplina, non lo consiglierà. Se questo accade sarà molto difficile che scatti il fenomeno del passaparola e, quindi, che il nostro libro diventi un bestseller. Ci conviene quindi prepararci coscienziosamente.

L’immortale scrittore argentino Jorge Luis Borges diceva che “il paradiso deve essere come una biblioteca”. Durante un’intervista aveva affermato di sentirsi più orgoglioso di ciò che aveva letto che di ciò che aveva scritto.

La maggior parte degli scrittori che ammiriamo avrà sicuramente innumerevoli consigli letterari da proporci (cerca nei loro social network e li troverai sicuramente), a testimonianza che un buon scrittore è sempre un lettore incallito.

Insomma, e come dice il titolo di questa articolo: dimmi cosa leggi e ti dirò come scrivi.

Mettiti comoda e leggi

Giovane, laureata e abitante in una metropoli. Ecco lo stereotipo della lettrice italiana. Fate in modo che abbia il vostro libro sempre in cima alla lista.

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6A – La quarta di copertina

La quarta di copertina è un termine ben conosciuto da tutti coloro che amano scrivere libri e conoscono l’importanza che questa riveste nella vendita della nostra opera letteraria.

Si chiama così perché nei formati classici di libri le pagine erano realmente quattro, mentre oggi, la seconda e la terza sono sempre più spesso bianche. Questo aspetto fornisce alla quarta di copertina un’importanza ancora maggiore. Vediamo perché.

Mentre l’immagine accattivante e il titolo intrigante della prima di copertina catturano il potenziale lettore e lo spingono ad afferrare il libro, oppure a cliccare sull’immagine per aprire la pagina dedicata, la quarta di copertina lo stimolano all’acquisto. La leva principale è la sinossi, detta anche riassunto. Deve essere scritta in modo chiaro e stimolante fornendo una panoramica del contenuto, dei personaggi principali al fine di incuriosire il lettore, lasciandolo tuttavia in sospeso, senza svelare gli intrecci e soprattutto il finale. Essendo questa parte estremamente importante, di solito se ne occupa l’editore. Nel caso di autopubblicazione, suggerisco di farla redigere da esperti, che si trovano facilmente sul web e che possono fare la differenza nel successo del nostro manoscritto.

L’immagine dell’autore con una breve biografia con percorso accademico, professionale e qualche curiosità personale, forniscono inoltre al potenziale acquirente un quadro più completo sul volume, avvicinandolo empaticamente all’autore. La quarta di copertina contiene insomma tutta una serie di informazioni concentrate ma tattiche che dovrebbero convincere il lettore ad acquistare il libro.

infine, aggiungiamo anche recensioni, frasi a effetto, incipit e citazioni di critica, eventuali concorsi vinti, precedenti opere di successo. insomma mescoliamo tutto ciò che può servire per generare un cocktail efficace alla vendita. se abbiamo la possibilità inseriamo anche qualche “blurb”: ossia i pareri sul libro in questione scritti da personaggi influenti, come book bloggers.

Esistono poi alcuni spazi dedicati ad elementi tecnici, come il codice ISBN, il codice a barre e il prezzo del libro.

Lo scrittore di “bufale”

Il falso Navajo

Timothy Patrick Barrus, noto anche come Tim Barrus (nato nel 1950), è un autore e assistente sociale americano noto soprattutto per aver pubblicato tre “memorie” tra il 2000 e il 2004 sotto lo pseudonimo di Nasdijj, con cui si è presentato come un Navajo.

Raccontò della sua orribile vita. Nato da un padre bianco violento e da una madre Navajo alcolizzata, Nasdijj ha perso sua madre all’età di sette anni ed è stato poi violentato ripetutamente da suo padre. Da ragazzo, vagava da un campo per migranti all’altro, proteggendo il suo fratellino.

Nel 1999, scrisse su Esquire di aver avuto un figlio che soffriva di sindrome alcolica fetale (FAS), che dopo il sesto compleanno, era morto tra le sue braccia. Il pezzo andò così bene che si guadagnò un contratto per un libro. In seguito scrisse su come aveva adottato una giovane vittima dell’AIDS, solo per vederla morire tra le sue braccia, proprio come il suo primo figlio.

I libri sono stati acclamati dalla critica e Nasdijj ha ricevuto numerosi premi letterari e riconoscimenti dalle principali istituzioni. Le sue “memorie”, che trattavano dei problemi dei due bambini adottati, sono state acclamate anche da Child Rights e attivisti dell’HIV / AIDS che si battevano per una maggiore consapevolezza dei bambini americani che vivono in condizioni acute rischio.

L’autore Sherman Alexie sospettava che Nasdijj stesse prendendo in prestito storie di altri scrittori nativi americani, incluso il suo. Il professore navajo Ivan Morris notò inoltre come Nasdijj affermasse che sua madre apparteneva al Water Flowing Clan, un gruppo che nella realtà non esiste. Era anche dubbioso per il nome dell’autore. Secondo lo scrittore, “Nasdijj” significa “diventare di nuovo”, ma a parere del professore, non esiste una parola del genere nella lingua Navajo. Infine, nel 2006, LA Weekly ha denunciato Nasdijj per frode. Il suo vero nome era Timothy Patrick Barrus. Non aveva un fratellino o un figlio con la FAS, non aveva mai adottato un bambino con l’AIDS e non era nemmeno un Navajo. Tuttavia, aveva molta esperienza di scrittura. In una vita passata, Barrus ha scritto “Porno in pelle gay” e ha persino coniato il termine “pelle illuminata”. E, per finire, “Nasdijj” non è stata la sua prima bufala. Una volta, ha scritto un romanzo sul periodo in cui ha combattuto in Vietnam e, come probabilmente avremo intuito, Barrus non è mai stato nell’esercito. Barrus alla fine ha confessato l’imbroglio, sostenendo che nessuno ha prestato attenzione al suo lavoro fino a quando non ha inventato Nasdijj. Tragedia e ironia in parti uguali, dato che nessuno ora se lo fila veramente.

Lo scrittore assassino

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Ricordi quando O.J. Simpson pubblicò un libro che descrisse come avrebbe ipoteticamente ucciso Nicole Brown Simpson e Ronald Goodman? Non è stato l’unico autore che è riuscito a uccidere sua moglie sotto forma di libro. Solo che la storia di Richard Klinkhammer ha avuto un tocco maggiore di creatività.

Klinkhammer era uno scrittore olandese con un problema con l’alcol e una moglie di nome Hannelore scomparsa misteriosamente nel 1991. I poliziotti consideravano Klinkhammer il loro principale sospettato, ma dopo aver messo sottosopra la sua casa e la sua proprietà, hanno dovuto rinunciare al caso, non avendo trovato alcuna prova. Non riuscirono nemmeno a trovare il ben noto corpo del delitto. Un anno dopo, Klinkhammer scrisse una storia sulla sua sposa in fuga, un romanzo intitolato “Wednesday, Ground Meat Day”. Il libro era diviso in sette segmenti cruenti che descrivevano in dettaglio i diversi modi in cui avrebbe potuto uccidere sua moglie. In un capitolo, la infila persino in un tritacarne e poi fa mangiare la sua carne agli uccelli. Il suo editore rifiutò di pubblicarlo perché pensò che fosse troppo esagerato. Inoltre, anche il modo con il quale questo libro è stato scritto era orribile. Tuttavia, la voce della sua sensazionale storia si è diffusa in tutta la scena letteraria olandese e Klinkhammer è diventato una celebrità. Ha venduto la sua casa a una giovane coppia, si è trasferito ad Amsterdam e ha iniziato a comparire alle feste letterarie e ad apparire in programmi TV. Mentre si godeva la sua ritrovata notorietà, la coppia che aveva comprato la sua casa decise di voler apportare alcune modifiche al cortile, come abbattere quel vecchio capannone sul retro. Quando hanno scavato le fondamenta, hanno scoperto uno scheletro. Quando i poliziotti hanno raccolto Klinkhammer, l’autore ha confessato che il suo libro era un’autobiografia. Ma invece di usare un tritacarne, aveva colpito sua moglie in testa. Tuttavia, a Klinkhammer gli è andata bene. È stato condannato a solo sei anni di carcere e ne ha scontati solo la metà. Non solo. Dopo essere tornato libero nel 2003, ha effettivamente trovato un editore che ha accettato di pubblicare il suo brutto romanzo.

YABA – IN USCITA A BREVE

Miglioramento del manoscritto – La regola del 10%

Liberamente ricavata e tradotta dal libro “On Writing” di Stephen King.

È una regola semplice. Dopo aver terminato la prima bozza del romanzo, lasciamolo riposare almeno un mese, meglio due. Se si tratta di un testo breve, alcune ore saranno sufficienti.

Poi, riduciamo il numero di parole di almeno il 10%.

Poi, ottimizziamo lo scritto. In che modo realizzarlo? Togliendo le parole non necessarie.

Eccoci un esempio Un esempio dal libro (pp.340, bozza per ‘1408’):

Mike si sedette in una delle sedie di fronte alla scrivania. Si aspettava che Ostermeyer si sedesse dietro la scrivania, dove poteva trarne autorità, ma Ostermeyer lo sorprese. Si sedette sull’altra sedia, su quello che probabilmente pensava fosse il lato degli impiegati della scrivania.

Ridotto a:

Mike si sedette di fronte alla scrivania. Si aspettava che Olin si sedesse dietro la scrivania, ma Olin lo sorprese. Ha preso la sedia accanto a Mike.

Questo è un caso estremo, in cui King riduce il numero di parole da 51 a 26 (51%).

Tuttavia, è una buona regola. In generale, il nostro testo sarà più facile e chiaro da leggere e il nostro messaggio più comprensibile.

Assicuriamoci di rimuovere o sostituire la maggior parte delle congiunzioni inutili come “che”, “credo che” e avverbi che terminano con “-ente”.

Un esempio? Eccolo.

Gianni si avviò verso l’auto e guardò attentamente il parabrezza completamente coperto di foglie. Non c’era anima viva. Cominciò a camminare lentamente, guardandosi intorno. La brezza del mattino gli accarezzava dolcemente i capelli.

Questo potrebbe essere il risultato:

“Gianni si avviò verso l’auto e guardò con attenzione il parabrezza ricoperto di foglie. Non c’era anima viva. Cominciò a camminare in modo circospetto, guardandosi intorno. La brezza del mattino gli accarezzava i capelli con dolcezza.”

Ma ricordiamoci di non esagerare!

King offre anche un esempio in cui la bozza originale viene espansa:

“Ciao, ex moglie”, disse Tom a Doris mentre entrava nella stanza.”

Diventa:

“Ciao, Doris,” disse Tom. La sua voce suonava naturale – alle sue orecchie, almeno – ma le dita della sua mano destra si insinuarono nel posto dove era stata la sua fede fino a sei mesi prima.”

Fatemi sapere i vostri commenti. Buona scrittura

La curiosa storia della scrittrice bambina

Ci risulta difficile trovare l’ispirazione per un nuovo romanzo? Proviamo a leggere la curiosa storia di Margaret Mary Julia Devlin, conosciuta come Daisy Ashford, una scrittrice inglese famosa per aver scritto The Young Visiters, una novella riguardante la società dell’alta borghesia della fine del XIX secolo in Inghilterra, quando aveva solo nove anni.

Dopo che sua madre morì nel 1917, Daisy Ashford, 36 anni, stava riordinando la soffitta quando scoprì una reliquia del passato. Era un libro che Daisy aveva scritto da bambina, quando voleva diventare una scrittrice.

Si chiamava The Young Viseters (il primo refuso anche nel titolo) e la storia descriveva un “uomo anziano di 42 anni” di nome Alfred Salteena che voleva diventare un gentiluomo e sposare la sua giovane pupilla, Ethel Montecue. Ma Ethel amava Bernard Clark, un amico di Mr. Salteena che lo stava aiutando nel suo tentativo di entrare nelle classi sociali altolocate. Ne derivano distorsioni e malintesi sociali.

Di per sé la storia non era poi così originale, ma quando Daisy lo pubblicò quasi 30 anni dopo, completo di errori di ortografia, il libro divenne un best seller.

I critici lo hanno definito “uno dei libri più umoristici della letteratura” grazie ai suoi aggettivi assurdi, ai terribili errori di battitura e all’estrema serietà.

L’autrice era una bambina di nove anni che cercava di sembrare un’adulta. Daisy adorava usare parole come “sumpshous” e “aristockracy” e i suoi dialoghi erano piuttosto comici. “Sei per me come un dio pagano”, sussurra un amante all’altro. Le piaceva anche molto descrivere tutto nei minimi particolari, fino alle “belle gambe sottili in pantaloni marroni chiari e ghette ben aderenti” e “una rosa rossa all’occhiello” oppure “un berretto sportivo che gli dava una grande aria con la sua caratteristica quadrettatura e piccoli lembi da tirare giù se necessario”.

Il romanzo era tanto infantile quanto geniale che alcune persone pensarono che il vero autore fosse JM Barrie. Ma “The Young Visiters” era stato realmente scritto dalla Ashford e ha avuto otto edizioni solo nel primo anno. Molte copie furono distribuite ai veterani feriti della prima guerra mondiale per alleggerire i loro spiriti, e un libro arrivò persino alla regina Mary. E “The Young Visiters” continua a deliziare il pubblico anche nel 21° secolo. Nel 2003, la BBC ha pubblicato un proprio adattamento con Jim Broadbent e Hugh Laurie.

Se vi è piaciuta questa curiosità, fatemelo sapere e ve ne proporrò altre.

Liberamente tratto e tradotto dall’inglese dal sito listverse.com

Liberamente tradotto dal sito

6C – correzione di bozza

La correzione delle bozze è la fase susseguente e finale del processo di revisione dei testi. In fase di correzione delle bozze si vanno a individuare possibili errori di digitazione o refusi, considerando che la fase di editing abbia già egregiamente migliorato il manoscritto dal punto di vista strutturale/contenutistico. Solitamente in gergo ogni lettura con questo obiettivo si chiama “giro di bozze”. Gli esperti sostengono che tre giri siano sufficienti per rendere un testo perfettamente corretto.

Di solito è il redattore a effettuare questo lavoro, ma nel caso di manoscritti destinati all’autopubblicazione, occorre attrezzarsi di precisione, rigore e pazienza.

Cosa si intende per bozza?

È una stampa di un testo provvisorio. Perché dico stampa? Perché tutti i correttori di bozze ritengono fondamentale lavorare sulla carta, per poter effettuare un lavoro più accurato e di qualità. La bozza deve essere sottoposta a una revisione per eliminare tutti i possibili errori (lapsus o refusi) correggendo anche gli spazi, i margini e via dicendo.

Se siamo a corto di spiccioli, potremmo effettuare no stessi la prima correzione, ma normalmente i successivi due giri dovrebbero essere svolti da altre persone perché molto difficilmente da soli riusciremo a individuare tutti gli errori. Distrazione e stanchezza sono nemici giurati della perfezione. Se abbiamo la prima bozza corretta da noi, la potremo passare a un amico, un conoscente, un appassionato di lettura.  Avremo in ogni caso tre correzioni eseguite da tre persone diverse.

Quali sono gli strumenti?

Una penna a punta sottile di colore rosso o di altro colore diverso dal nero della stampa, affinché sia ben visibile.

Un righello – lo abbiamo imparato dai controllori del bilancio, i quali scendono riga per riga mediante l’uso di un righello. Così facendo non salteremo nessun contenuto.

Una luce intensa ma non troppo. Serve per poter vedere bene e affaticare meno la vista. Io suggerisco una lampada da tavolo orientabile.

Una lente di ingrandimento. Serve per essere certi di alcune imperfezioni, come ad esempio spaziature doppie con testo giustificato, virgole o punti stampati male, accenti che sembrano mancanti o di diverso orientamento.

Il testo di riferimento – questo aspetto è fondamentale. Nel caso di dubbi, soprattutto nella verifica con la lente di ingrandimento, il testo originario anche in formato elettronico, ci aiuterà a fare chiarezza.

Se volessimo approfondire dal punto di vista tecnico i contenuti della correzione di bozze, suggerisco di scaricare il pdf gratuito di Francesca Pacini, che ho trovato molto completo ed accurato. Lo ha scritto parecchio tempo fa, ma i contenuti sono ancora attuali.

Se invece della carta volessimo correggere mediante un sistema digitale, oggi abbiamo a disposizione la funzione “commento” di Adobe Acrobat reader per pdf, mediante la quale siamo in grado di aggiungere sottolineature, testo, evidenziazioni, frecce ecc., mantenendo di fatto lo stesso risultato estetico della correzione su carta.

Molti testi sulla correzione di bozze dichiarano essenziale estraniarsi dal testo, non lasciarsi coinvolgere dalla storia, ma concentrarsi esclusivamente sulle parole come se fossero un disegno, un’immagine. Per questo motivo il processo di correzione è alquanto lungo e impegnativo ed anche difficile soprattutto se si tratta del testo che abbiamo scritto noi stessi.

6B – Editing letterario: soluzioni e costi

L’editing e la correzione di bozze sono due percorsi obbligati ai quali occorre sottoporsi, per migliorare il nostro lavoro ed evitare la presenza di recensioni negative dovute alla presenza di un testo poco apprezzato. La precisione e la chiarezza dei contenuti è elemento essenziale ai fini della vendita dei libri. Mentre gli autori più precisi e scrupolosi possono eseguire in autonomia la correzione di bozze, l’editing è invece parecchio influenzato dalla nostra inevitabile parzialità e, quando torniamo per la sesta volta sullo stesso paragrafo giudicandolo dal punto di vista stilistico, molto difficilmente ne vedremo ambiti di miglioramento. Perché? Perché se dovessimo riscriverlo probabilmente lo scriveremmo esattamente allo stesso modo. Per questo motivo, questa fase la si dovrebbe assegnare ad un esterno, peraltro senza pagare somme sconvolgenti.

Si divide in editing formale (o leggero) e editing contenutistico (o strutturale). In entrambi i casi l’editing è una revisione del testo non solo correggendo errori di ortografia e i refusi, ma anche dal punto di vista stilistico e dei contenuti (coerenza della trama, caratterizzazione dei personaggi, ritmo di lettura, forma nell’esposizione ecc. ). La differenza tra i due è che l’editing leggero corregge solamente la fluidità e la chiarezza del testo, mentre quello contenutistico suggerisce modifiche, talvolta profonde al contenuto, come ad esempio taglio di paragrafi ritenuti superflui, oppure aggiunte ove l’editor lo ritenga necessario al miglioramento del libro.

Parliamo di costi:

Una cosa importante è che in entrambi i casi è opportuno che sia sempre l’autore a decidere se i cambiamenti siano da apportare oppure meno. Diverso è il caso della pubblicazione da parte di un editore tradizionale, dove spesso questa operazione è fatta al solo scopo di rendere il nostro libro più vendibile e quindi senza coinvolgere l’autore, che peraltro cede i propri diritti sull’opera all’editore stesso. Quando optiamo per l’autopubblicazione o per la pubblicazione a pagamento, dobbiamo tenerci la facoltà di accettare tali modifiche perché il libro rimane sempre di nostra proprietà.

La scelta cui affidare l’editing potrebbe essere alle seguenti figure:

  • Professionista affermato:  7 – 10 cartella editoriale – questa scelta è più affidabile ma spesso è costosa e richiede più tempo
  • Professionista  per editing leggero: 3 – 5 euro per cartella. Si tratta di una scelta equilibrata, soprattutto se il nostro testo è stato rivisto più volte da noi. Tuttavia, talvolta non è sufficiente.
  • Professionista alle prime armi: 2 euro per cartella – Il vantaggio è certamente nel costo, ma potrebbe essere inadatto in caso di testi complessi, oppure ad alto contenuto tecnico o specifico (esempio romanzi storici).
  • Amico appassionato di letteratura:  costo quasi nullo (magari una pizza) – Mette l’autore a proprio agio, che si sente più libero di esprimere le proprie esigenze.  Potrebbe tuttavia non essere sufficiente. Dobbiamo considerare di essere quanto mai precisi con lui per evitare incomprensioni che possono anche influire negativamente sul nostro rapporto.

La cartella editoriale viene considerata da alcuni 1800 caratteri,  spazi inclusi, da altri fino a 2000. Ci conviene chiarirlo nella fase di definizione dei costi.

Spesso il costo varia anche dalla tipologia di opera. Se il nostro lavoro è un romanzo, probabilmente costerà più di un saggio.

La soluzione con agenzia letteraria

Le agenzie letterarie hanno il compito di avvicinare l’autore talentuoso all’editore in cerca di nuove proposte. Esistono tante tipologie di agenzie differenti, sia per dimensioni, sia per importanza, sia per approccio. Alcune di loro offrono la lettura del testo e l’emissione di una scheda tecnica del nostro manoscritto gratuite, che ci consentono di avere un’idea sulla qualità letteraria del nostro lavoro e di decidere le fasi successive con più consapevolezza. Nel caso di un riscontro positivo, le agenzie offrono un servizio di editing a pagamento oppure gratuito, entrambi finalizzati all’obiettivo di accompagnarci alla pubblicazione con editore, che rappresenta per molte di loro, la fonte principale di guadagno.

Suggerisco di evitare le agenzie rinomate, in quanto chiedono un contributo di lettura de manoscritto che varia dai 300 ai 500 euro. La soluzione più intelligente, a mio parere, sono le agenzie di piccole dimensioni che possono vantare alcuni autori pubblicati. Tra tutte quelle che ho avuto modo di testare, ne suggerisco tre:

Toniarini Dorazihttps://www.agenziatoniarinidorazi.it/ – legge gratuitamente il tuo testo, ha tempi rapidi di risposta e fornisce una valutazione corretta del testo, sottolineando anche l’esigenza di procedere con editing e/o correzione di bozze. Se lo trova di gradimento, propone un accordo di un anno entro il quale si impegna a proporlo ad editori e a trovare le proposte più adeguato al tipo di manoscritto. Non c’è alcun impegno contrattuale e il contributo viene richiesto solamente all’accettazione dell’editore da parte nostra.

La Sinossi  – https://www.lasinossi.it – legge il testo ed emette una scheda di valutazione per un contributo di circa 70,00 euro, ha tempi ragionevolmente contenuti e propone l’editing e la correzione di bozze ad un costo competitivo rispetto al resto delle agenzie, peraltro scontando il costo iniziale della prima lettura . Nel caso si accettasse, propone anche la rappresentanza verso l’editore, ad un costo intorno a 500 euro, pagabili anche in tre tranche mensili.

Graféin: https://www.grafein.net/ – propone un’analisi stilistica, lessicale, sintattica del testo e la ricerca delle categorie di errori più diffusi. Risponde normalmente in quindici giorni lavorativi, anche se talvolta i tempi si allungano in momenti di intenso traffico di manoscritti. L’approccio è serio, rispondono alla ricezione del manoscritto e propongono un contatto telefonico in caso di interesse. La loro rappresentanza editoriale è rivolta ad un parco di potenziali editori di qualità ad un costo contenuto.

Spero che lo abbiate trovato utile ed attendo vostri commenti.

Buona scrittura!!

Fase 0 – progetto editoriale

Mi sono accorto di aver trascurato la fase di design del nostro manoscritto, che, pur dandola per scontato, risulta essere una delle cose più importanti per il successo del nostro libro. Propongo quindi alcuni suggerimenti di come approcciare la costruzione dell’idea editoriale.

1. Non abbiamo fretta di scrivere immediatamente quello che abbiamo in testa

Le trame dei miei libri hanno preso corpo durante gli spostamenti in autostrada, perché è il momento in cui sviluppo le idee migliori. All’arrivo mi prendevo il tempo per ricamare gli orpelli degli intrecci tra i personaggi della mia storia, appuntandomi all’arrivo gli spunti maturati.

Forse tra noi c’è qualcuno che ha la capacità inventiva dei grandi scrittori che, talvolta, riescono a definire e a costruire un romanzo articolato in poche ore, ma in generale il segreto di qualsiasi successo è l’abile progettazione, e questo vale anche per i libri, siano essi di narrativa o di saggistica.

Nonostante la brama di mettere nero su bianco le nostre idee ci spinge a farlo subito, quando il ferro dei nostri pensieri è ancora caldo, sarebbe meglio prima definirne la sinossi. Non è necessario scrivere il riassunto nei minimi dettagli, basterebbe una mezza pagina di word, come se fosse la quarta di copertina. Poi, lasciamola riposare un paio di giorni e rileggiamola con l’occhio di uno sconosciuto. Facciamoci le domande: “Se io fossi un lettore, comprerei questo romanzo?” “Se sì, perché?” “Cos’ha di diverso rispetto ad altre storie?” Se superiamo anche questo cancello, possiamo procedere alla fase successiva.

2. Prepariamo la scaletta del manoscritto

Esistono tanti strumenti con i quali si può ottenere lo scopo di mettere in fila le idee del nostro progetto. C’è chi prepara la cosiddetta “scaletta” e definisce i contenuti di ciascun capitolo, c’è chi utilizza una veste grafica, anche scegliendo i volti dei personaggi che descriverà, chi preferisce creare una mappa mentale, chi invece una griglia, nella quale definire le relazioni, i momenti di incontro tra i vari personaggi, oppure  l’ordine logico degli argomenti del saggio.

Indipendentemente dal metodo utilizzato, al termine di questa fase, dovremo disporre di un piano dettagliato di quello che svilupperemo in seguito, anche con un’idea indicativa della lunghezza del nostro lavoro, se moltiplichiamo il numero dei capitoli per 5 – 6 che è normalmente la media di un capitolo.

Un altro obiettivo di questa fase è di comprendere se la trama è credibile, se “sta in piedi” oppure se servano alcuni ritocchi.

3. Fare ricerche sui competitor

Questo argomento potrebbe essere svolto anche successivamente, ma ritengo che un’indagine preliminare possa insegnare molto sul mercato di riferimento che potrebbe avere il nostro libro. Suggerisco di effettuare una ricerca su Amazon scegliendo libri con il nostro stesso contenuto. Questo è importante soprattutto per i saggi, in quanto talvolta possiamo scoprire che qualcosa di molto simile è stato già scritto e magari è stato poco venduto (+ recensioni uguale + vendite).

Scegliamo libri che abbiano almeno 20 recensioni e cerchiamo il loro posizionamento in classifica. Appuntiamoci prezzo, pagine, editore ed anche parole chiave nella descrizione, modalità di presentazione dei contenuti e soprattutto la categoria nella quale sono stati posizionati. Come sappiamo esistono molte categorie che sono poco usate e che ci consentono di raggiungere un certo posizionamento in classifica che, pur in un settore di nicchia,  può significare avere maggiori possibilità di successo nelle vendite. È statisticamente improbabile, se non impossibile, che un libro di un autore sconosciuto diventi un bestseller alla prima uscita su Amazon. Meglio puntare su lettori di nicchia e poi contare sul passaparola per lo sviluppo commerciale.

Infine scendiamo e leggiamo i suggerimenti di lettura che Amazon ci propone. Analizziamo allo stesso modo anche i dati di questi libri.

A questo punto siamo pronti per iniziare la stesura del testo.

In bocca al lupo.

Cambio d’Identità al nono posto in Amazon

Amazon è il mercato più grande del mondo e salire la classifica, anche parziale, delle vendite è un obiettivo di ogni venditore. La settimana scorsa, dopo l’exploit degli ordini, ho scoperto che il mio libro “Cambio d’Identità” era salito al nono posto nella categoria Gialli e Thriller.

Una bella soddisfazione per il mio primo romanzo.

Settimana da record!!

Settimana da record negli ordini Amazon di “Cambio d’idendità“.

Come la cilindrata che ha disegnato un’epoca a cavallo degli anni ottanta e novanta, quando le mitiche cilindrate 125, spopolavano tra i giovani e non solo, 125 è anche il numero di copie del mio volume scaricate da lettori kindle durante gli ultimi sette giorni.

Buona lettura a tutti e fatemi sapere i vostri commenti.

Fase 6 – Miglioramento del manoscritto

Abbiamo terminato il manoscritto e vogliamo farlo vivere? Perfetto. Ci sono alcune attività essenziali da svolgere prima di pubblicarlo.

Prima di tutto deve essere reso adatto al mercato, il primo controllo dovrà essere eseguito da noi. Importante non avere fretta. Il tempo medio di uscita dei libri è dagli otto ai dodici mesi dal momento in cui il manoscritto è terminato.

1. Autocontrollo

Questa fase è quella più importante. Prima di tutto facciamolo “dormire” per almeno due mesi, senza toccarlo. Quando lo rileggeremo saremo più critici e troveremo errori o espressioni indesiderate che devono essere eliminati. Leggetelo e rileggetelo almeno tre volte a distanza di due settimane tra ciascuna rilettura. Se abbiamo una persona che ama leggere e sulla quale nutriamo la massima fiducia, chiediamole di effettuare il proofreading. Cerchiamo di essere estremamente severi con noi perché le case editrici e/o le agenzie letterarie lo saranno molto di più.

2. Editing

Questo strumento consiste in una lettura critica con correzioni (eliminazione di errori tecnico-editoriali e tecnico-grammaticali) e concrete proposte di miglioramento editoriale. I servizi più accurati prevedono due o tre letture successive da parte di editor differenti, al termine di ciascuna delle quali noi potremmo accettare o rifiutare i suggerimenti di modifica proposti. Normalmente lo stile dell’autore rimane immutato. Qualche agenzia o editore prevede l’elaborazione anche di una scheda di valutazione con punti di forza e di debolezza del testo a livello di contenuto, struttura, stile e linguaggio. Spesso, se il testo viene ritenuto interessante, l’editing viene offerto gratuitamente dall’editore.

3. Correzione di bozza

Servizio normalmente eseguito prima della messa in stampa del manoscritto. In alcuni casi è compresa nell’editing, ma spesso viene offerta come servizio a parte. Il correttore di bozze legge e rilegge con cura la nostra opera, eliminando i refusi di scrittura ma anche gli errori che riguardano l’aspetto tipografico, come righe rientranti, maiuscoletti, uso del neretto, aspetto editoriale al testo.

4. Impaginazione

Questa fase riguarda la preparazione del manoscritto per la pubblicazione. In generale è offerta gratuitamente nel caso si decida di procedere con la pubblicazione a pagamento presso editore. In alcuni casi invece prevede un compenso variabile. È normalmente composta da:

  • Controllo margini,
  • Scelta font adeguati
  • Adattamento formato (dimensione pagina)
  • Realizzazione Indice
  • Controllo righe isolate
  • Giustificazione testo
  • Fotocomposizione immagine
  • Sillabazione
  • Rientri prima riga
  • Testatine
  • Allineamento griglia di testo a fine pagina
  • Controllo interlinea
  • Controllo spazi tra paragrafi
  • Adattamento didascalie delle immagini

Uno dei vantaggi è che, una volta formattato il file, potremo utilizzarlo per tutte le opere successive. Se invece abbiamo dimestichezza con i software di scrittura, possiamo predisporlo seguendo le indicazioni dell’editore. Ad esempio, Amazon KDP, ha un prontuario da seguire per poter predisporre il libro alla stampa.

5. Quarta di copertina

Prima ancora di parlare della copertina, alla quale dedicheremo un articolo a sé, cominciamo a definire i contenuti della quarta di copertina, che ha un ruolo fondamentale soprattutto nella vendita di un libro, in quanto contiene tutta una serie di informazioni strategiche, quali una sinossi parziale del contenuto senza svelarne il finale, eventuali brevi recensioni, frasi a effetto e citazioni di critica (io utilizzo i commenti ricevuti dalle agenzie letterarie); il codice ISBN e il prezzo del libro (se procederemo scegliendo la distribuzione nelle librerie); una breve biografia ed una foto dell’autore. In merito alla biografia, suggerisco di inserire percorso accademico e/o professionale, integrato con informazioni a carattere personale, per aumentare il concetto di vicinanza con i “curiosi” lettori. 

Nei prossimi articoli parleremo di:

  • La realizzazione della copertina
  • Il book trailer
  • Elenco ragionato di agenzie letterarie
  • Elenco ragionato di case editrici
  • La presentazione del libro in diretta
  • La presentazione del libro agli editori ed alle agenzie letterarie
  • La promozione del libro

FASE 5 – Sviluppare la storia – L’esempio dai maestri

A volte ci domandiamo cosa rende una storia degna di essere scritta. C’è una frase che forse è in grado di rispondere a questa domanda:

“Una cosa costruita la apprezzi una volta terminata, una cosa creata la inizi ad amare prima ancora che esista.”

Ed è quello che ci succede quando iniziamo a costruire la nostra storia. Ci appassiona, ci fa sognare. Anche il solo fatto di definirne i contorni, di immaginare i personaggi, ci trasmette emozione. Questo meccanismo, questa passione, anche se fosse l’unico aspetto positivo nella stesura del nostro manoscritto, vale comunque il nostro sacrificio, il nostro tempo.

Analogamente, quando leggiamo un libro appassionante, inizia a farci innamorare già dalle prime pagine, cominciamo ad amare o ad odiare i personaggi man mano che la storia diventa parte della nostra giornata. Questo ci capita soprattutto con i grandi maestri della narrazione. Ci siamo mai chiesti perché i loro libri ci coinvolgano così tanto? È difficile rispondere a questa domanda o forse non c’è una sola risposta. Ma quello che possiamo fare è imparare da loro. Capire in quali circostanze utilizzino avverbi o aggettivi, in che modo formulino la narrazione di un evento, come lasciano trasparire senza descrivere, con quale metodo diano la giusta cadenza al periodo ecc.

Quando leggo un loro libro mi appunto le cose che mi colpiscono di più e cerco di ricordarmele quando tocca a me tradurre in testo la magia dei miei pensieri. Copiare un aggettivo, un modo di esprimere un concetto non è mai sbagliato, ma attenzione a non esagerare. Oggi esistono molti software che consentono di individuare se si configuri o meno il reato di plagio. In questo caso, si rischia la esclusione del testo da concorsi letterari, oppure può essere un ostacolo alla pubblicazione del nostro manoscritto da parte di un editore, fino anche alla denuncia da parte della casa editrice o dell’autore.

Buona scrittura!!!